Come nasce Othala
- Katia
- Mar 23, 2021
- 2 min read
Updated: Apr 12, 2021
Francis Scott Fitzgerald diceva: “Le storie belle si raccontano da sole, quelle brutte bisogna raccontarle”.
Raccontare storie fa parte di noi e della nostra quotidianità da moltissimi anni, ci si racconta una storia davanti ad un caffè, quando si torna dal lavoro e si racconta la propria giornata a chi ci sta intorno o semplicemente quando guardiamo la televisione e ci lasciamo raccontare una storia. La nostra esistenza è fatta da storie. Storie che continuiamo a raccontare e che a loro volta ci sono state raccontate dai nostri nonni, storie che dimentichiamo o storie che reinventiamo. Tutto ciò che ci circonda fa parte di una narrazione, anche le cose più semplici.
Oggi sono qui per raccontavi una storia né bella e né brutta, una storia semplice, complicata, diversa, ma che accomuna tutti. La storia di una bambina che cresce con un sogno fragile e molto più grande di lei: quello per la scrittura. La scrittura per me è una compagna di vita, un' amica fedele e per un periodo anche una nemica, un qualcosa da evitare a tutti a costi ma che poi ritornava sempre e la sentivo, la sentivo nelle viscere, nello stomaco attraverso un formicolio nelle mani che avevano bisogno di prendere un foglio e una penna e scrivere anche solo una parola e capire in una frazione di secondo che anche se cercavo in tutti i modi di sopprimerla lei sarebbe stata sempre con me, nel bene e nel male e in quella voglia irrefrenabile di prendere quella penna che come una bacchetta magica a contatto sul foglio sarebbe riuscita a spazzare via ogni dolore o nei momenti belli ad incrementare gioia.
Questo blog nasce dal bisogno di quella bimba, ora giovane donna di tirar fuori un sogno chiuso a chiave da troppo tempo in un cassetto, dal bisogno di dare voce a quel formicolio nelle mani che se vedi bene sono direttamente collegate al cuore. In questa piccola finestra aperta sulle grandi cose del mondo vorrei che tu trovi un posto al sicuro, un modo per uscire dal tuo mondo ed entrare un po' nel mio, un modo per sentirti meno solo, per sentirti capito, per sentirti arrabbiato, per sentirti d'accordo o in disaccordo con qualcosa, per sbloccarti interessi che non pensavi di avere o semplicemente per darti un po' di compagnia quando sei in treno, quando aspetti il pullman sotto la pioggia o prima di andare a dormire.
Lascia che ti racconti le mie storie e lasciati ispirare. Grazie per aver letto fin qui, grazie per ogni parola che leggerai in futuro e grazie per permettere ad un pezzettino del mio mondo di entrare nel tuo.
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