Dalla maschera allo smascheramento: la caricatura
- Katia
- Feb 27
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Nello scorso articolo si è parlato di come nel campo del teatro, dell’arte e persino nella quotidianità stessa ci sia un uso frequente di maschere, il bisogno di doversi nascondere e di mostrarsi in un modo differente. Nel campo artistico però, esiste un genere che la maggior parte delle volte si occupa di mostrare una persona così com’è, senza nulla da nascondere, il genere a cui mi sto riferendo è il ritratto. Attraverso alcuni ritratti, l’individuo appare completamente smascherato da ogni sua apparenza fino a mostrare la sua anima che emerge da alcuni tratti distintivi che riesce a cogliere l’artista. Il ritratto quindi svela, ci chiede di soffermarci a guardare proprio perché vuole raccontarci qualcosa, un qualcosa che il soggetto non ci confesserebbe mai. Ciò affiora in modo palese nella caricatura, questa infatti evidenzia i lineamenti tipici del viso o della gestualità di una persona. Ovviamente l’individuo che la caricatura ci mostra non appare uguale al soggetto rappresentato, ma l’osservatore sarà comunque portato a conferire una sorta di somiglianza e rapporto tra la persona raffigurata e la caricatura stessa. Ciò che essa cattura ed esagera sono quei dettagli essenziali che distinguono una persona da un’altra, proprio per questo si rivelano così importanti poiché rendono quel viso unico e riconoscibile all’interno dell’opera; anche se questa altera il viso, non verrà mai scambiato, da chi lo osserva, per un altro volto. Tutto questo può essere comprensibile attraverso una straordinaria caricatura che Claude Monet fa a Mario Uchard.

Ciò che si eleva da questa foto è il volto di Uchard e in particolare quei tratti che verranno marcati successivamente nella caricatura, i baffi, la fronte larga, il labbro inferiore più sporgente rispetto a quello superiore e il viso leggermente allungato, dettagli peculiari che rendono questo volto inconfondibile

Anche se il viso dell’individuo è stato deformato, chi osserva riconoscerà immediatamente, in questa opera il volto di Mario. La fronte viene allargata ancora di più, così come la faccia e i baffi. La caricatura quindi in questo senso può essere intesa come una sorta di smascheramento proprio perché mostra attraverso caratteristiche esclusive il volto di un individuo senza maschera alcuna. L’artista, smaschera il soggetto raccontandoci qualcosa di quell’individuo a svantaggio dell’io del singolo, perché non è il soggetto a decidere il modo in cui deve essere ritratto, ma vengono marcati le specificità che egli tende a reprimere. Se nella realtà i “difetti” di un viso vengono nascosti, nella caricatura avviene il contrario, i difetti vengono rivelati e ampliati perché sono proprio quelli a dare singolarità e significato al volto di una persona. La caricatura appare distaccata dall’arte in generale, questa si allontana dai canoni di bellezza che le raffigurazioni in tutta la storia dell’arte tendono a rappresentare, ed è così perché essa non vuole chiudersi negli schemi del bello, bensì in quelli del vero.
“Ogni cosa ha la sua bellezza, ma non tutti la vedono” Confucio.
KF
Fonte: P.Spinicci, Lezioni sul ritratto e la caricatura, CUEM editore, maggio 2016
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