Frida Kahlo: dalla sofferenza alla rinascita
- Katia
- Dec 20, 2022
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“La pioggia...
Sono nata nella pioggia.
Sono cresciuta sotto la pioggia.
Una pioggia fitta, sottile... una pioggia di lacrime. Una pioggia continua nell'anima e nel corpo. Sono nata con lo scroscio della pioggia battente.
E la morte, la Pelona mi ha subito sorriso, danzando intorno al mio letto. Ho vissuto da sepolta ancora in vita, prigioniera di un corpo che agognava la morte e si aggrappava alla vita.” (Pino Cacucci, Viva la vida!)
Libera, rivoluzionaria, ribelle, Frida Kahlo è una delle artiste e Icone più raffinate nell'immaginario collettivo del 900. Ma cosa si cela dietro i colori sgargianti, i drappeggi e gli innumerevoli fiori presenti nelle sue opere?
Un animo fragile, messo a dura prova dalle sfide costanti che la vita le mette davanti.
Dall'incidente su un bus, dove un corrimano le trafisse la schiena ferendola gravemente e costringendola a diverse operazioni chirurgiche; ai numerosi aborti e alla sua storia d'amore, tormentata, con l'artista Diego Rivera.
Simbolo di lotta, forza e sopravvivenza, fa della sua arte uno specchio rivolto verso se stessa da mostrare al mondo. Le sue opere, per la maggior parte composte da autoritratti, trasportano lo spettatore all'interno di esse. La sofferenza ed il tormento qui sono palpabili, li percepiamo. Sono sentimenti che facciamo nostri; vividi, taglienti, sferzanti.

In quest'opera dal titolo “La colonna rotta”(1944), troviamo l'artista posta al centro del quadro che occupa tutta la scena, il corpo accerchiato da cinghie bianche e diviso in due ci mostra al suo interno, al posto della spina dorsale, una colonna ionica, frantumata in più punti ad esprimerne la fragilità. Il corpo ricoperto da chiodi, duri, pungenti, a tratti riusciamo a sentirli conficcati nella nostra pelle, simboleggiano la sofferenza. Il viso è contornato dai capelli liberi e uno sguardo intenso si scioglie in una cascata di lacrime bianche. Un drappeggio bianco le avvolge metà del corpo. Il paesaggio è una scelta artistica che non è fatta a caso, nonostante sia in netto contrasto con la figura, in realtà è legata ad essa da un filo sottile quasi impercettibile che è quello del tormento. Il terreno infatti, quasi soffocato all'interno dell'opera presenta dei profondi solchi quasi a rievocare lo stato d'animo frastagliato dell'artista.

L'altra opera su cui voglio soffermarmi è “le due Frida” (1939). Questo è uno dei dipinti più famosi ed emblematici dell'artista, simbolo di profonda sofferenza anch'esso. Troviamo qui due figure identiche rappresentanti l'artista stessa, che si tengono per mano, collegate da una vena, la figura a sinistra indossa un abito bianco di pizzo e stringe tra le mani delle forbici con cui taglia la vena, quasi a voler rompere il legame con l' altra parte di sé; il sangue sgorga e si posa sul vestito confondendosi con i ricami floreali. La figura a destra, veste degli abiti più colorati ed ha il cuore esposto, nella mano stringe una medaglietta raffigurante Diego Rivera. Emerge il profondo rapporto che lega l'artista a Diego e l'esigenza di chiudere questa relazione, di tagliare via una parte di sé. I sentimenti di dolore qui sono vivi, cruenti, eppure vengono rappresentati con una chiarezza espositiva delicata, sottile, quasi difficile da decifrare, nascosta tra i colori vivaci del dipinto.
Nonostante la sua immensa tribolazione, ricordiamo Frida Kahlo come un'icona, forte, combattiva ed amante della vita. Dalla sofferenza riusciva comunque a rinascere sempre così come un fiore dopo un forte temporale. In uno dei suoi ultimi lavori, probabilmente l'ultimo e infatti incompiuto “Autoritratto dentro un girasole” (1954), emerge il viso dell'artista che è circondato da grossi petali di un giallo acceso, chiaro riferimento ad un girasole; il volto accenna un sorriso quasi a simboleggiare un momento di rinascita e liberazione.

“Ecco...piove. La stagione delle piogge. Tutta la mia vita è un susseguirsi di stagioni delle piogge. In Messico, quando arriva, sbocciano fiori ovunque, fiori di una bellezza selvaggia e prepotente, un'esplosione di vita. La pioggia è vita. La pioggia fa resuscitare i semi che sono morti e sepolti. E allora... VIVA LA VIDA!” (Pino Cacucci, Viva la vida!)
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