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La figura della donna nell'arte

  • Katia
  • Mar 24, 2022
  • 3 min read


La figura della donna nel mondo dell'arte è centrale. Essa infatti viene rappresenta sin dagli esordi nell'era del paleolitico come simbolo di fecondità e prosperità, come per esempio la Venere di Willendorf.

Col passare degli anni la figura della donna cambia, essa infatti viene mistificata e rappresenta il volto della vergine Maria in tutta la sua sacralità.

Anno dopo anno assume un altro ruolo, è rappresentata nella sua più estrema bellezza e dal volto spirituale come per esempio nella "primavera" di Sandro Botticelli, dove le donne leggiadre e armoniose, dal viso angelico occupano l'intera opera. La donna nell'arte viene percepita anche come femme fatale, provocatrice, bella e cinica pensiamo alla Giuditta di Gustav Klimt, il suo volto forte e fiero, spicca dallo sfondo dorato, sfida l'osservatore con uno sguardo sensuale tenendo fra le mani la testa di Oloferne.

La donna è quindi una figura principale nel mondo dell'arte; donna prospera, donna mitologica, donna forte e... donna artista?

Nelle raffigurazioni, la donna incarna diversi simboli e significati e cambia nel coso del tempo, è la musa di diversi artisti, ma quando la donna rappresenta il mondo come artista?

La donna come artista è stata, infatti, molto sottovalutata, esistono moltissime artiste talentuose che passano però in secondo piano sovrastate da artisti uomini.

Artemisia Gentileschi, per esempio, ricordata come la prima donna ad entrare nell'accademia di belle arti a Firenze. La sua arte di forte impianto Caravaggesco si fa strada con estrema vivacità non solo grazie ai giochi di luce e di ombre, ma anche ad un realismo severo, quasi drammatico che la contraddistinguono.

In un suo famoso autoritratto “Autoritratto come allegoria della pittura”, vediamo l'artista in lussuosi drappeggi verdi, intenta a dipingere, con la tavolozza tra le mani, ad adornarla una collana dal ciondolo a forma di maschera, non guarda lo spettatore, guarda la tela e simbolicamente tutto il suo lavoro da artista. Lo spettatore resta ammaliato da questo autoritratto e dalla forza significativa che esso sprigiona: una donna, un'artista che si vede come tale e vuole essere vista come tale.




Un'altra pittrice degna di nota è Berthe Marisot, una delle poche artiste impressioniste di quel tempo che contribuì a sviluppare il movimento stesso. La Marisot non ebbe nessun riconoscimento se non il fatto di essere moglie di Eugen Manet, eppure con la sua arte contribuì a sviluppare la corrente artistica culturale che è l'impressionismo; con colori brillanti prediligeva il ritratto "en plein air" tipico del movimento impressionista. Ci lascia delle opere dal tratto delicato, dai colori luminosi e di una rara finezza espositiva (Il porto a Lorient).



Louise Bourgeois è una scultrice meravigliosa collocata nel periodo dell'arte moderna, nelle sue innumerevoli installazioni racconta se stessa, la sua infanzia, in maniera cruda e tagliente. Distrugge, riassembla, cerca materiali grezzi per dare un maggior senso di durezza all'opera.



Nell'opera “distruzione del padre ”, fatta di gesso, lattice, legno, tessuto e luce rossa, ricrea una vera e propria stanza dove vengono scrutati i sentimenti che lei prova per suo padre, sentimenti di rabbia e sofferenza. Che emergono con grande vigore e sfrontatezza dall'uso dei colori e dei materiali. Un'opera “lacerata” che lacera a sua volta chi la osserva.


Di donne artiste, femminili, geniali, forti, perseveranti che non hanno avuto il giusto riconoscimento, ma che hanno lasciato una traccia evidente ed essenziale nel mondo ce ne sono ancora ed ancora: Lavinia Fontana, Fede Galizia, Mary Beale, Cindy Sherman, Sofonisba Anguissola, Frida Kahlo...


“La colpa non è stata delle stelle sotto le quali siamo nate, né degli ormoni o dei cicli mestruali. Il nocciolo della questione è che, per quanto ne sappiamo noi, non vi sono state grandi artiste (per quanto ne siano esistite di molto interessanti e capaci, non abbastanza studiate e apprezzate) come non vi sono grandi pianisti jazz lituani o grandi tennisti esquimesi. La situazione nelle arti così come in un centinaio di altri campi, è sfavorevole, pesante e scoraggiante per chiunque non abbia avuto la fortuna di nascere maschio di razza bianca, preferibilmente dal ceto medio in su.” Virginia Woolf

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