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Maschera e smascheramento

  • Katia
  • Mar 23, 2021
  • 3 min read

Updated: Mar 24, 2021

La maschera sia come oggetto, sia come strumento o intesa come maschera mimica prodotta appunto dai movimenti e dalle diverse espressività del nostro volto è un elemento centrale della storia del teatro, dell'arte e dell'uomo. Ciò che vi chiedo miei cari lettori è di pensare alla maschera nel senso più ampio del termine, non solo alla maschera artefatta che l' attore usa a teatro, cui dà vita e anima attraverso la sua gestualità, ma anche e soprattutto alle espressioni del volto che usiamo tutti noi per mascherarci in alcune situazioni o per esprimere un qualcosa che a parole sarebbe impossibile esporre. A tal proposito esistono innumerevoli dipinti che attraverso il ritratto ci mostrano in realtà una maschera e il suo opposto. Ciò si può trovare in maniera chiara nelle rappresentazioni di un artista che prediligeva nei suoi dipinti l'espressione del viso. L'artista di cui sto parlando è Michelangelo Merisi detto Caravaggio.



L'opera in questione è Giuditta e Oloferne; centrale in questa raffigurazione non solo è la luce ma anche e sopratutto i volti. Scopriamo che in questo quadro emerge sia il carattere della maschera e sia quello dello smascheramento. Il volto di Oloferne ci appare infatti cristallizzato quasi statuario, con gli occhi sbarrati e la bocca aperta, statuario nel suo essere, quasi a ricordarci una maschera artefatta. Un ragionamento opposto invece può essere apportato parlando del volto di Giuditta, di fronte a questo viso emerge in maniera essenziale lo smascheramento e se vogliamo un carattere doppio della persona. Giuditta sta compiendo un atto terribile eppure dal suo volto non emerge un'espressione incattivita o crudele, ma al contrario appare una mimica quasi impaurita o meglio “disprezzante” verso l'atto stesso che sta compiendo. C'è quindi una sorta di svelamento attuato da Caravaggio che è chiaro nell'espressività di Giuditta, questo viene poi contrapposto alla maschera rappresentata in maniera vivida dal viso di Oloferne.

La maschera è presente all'interno del ritratto sia in maniera indiretta e quindi attraverso la mimica del visto come abbiamo visto precedentemente e sia in maniera diretta in cui l'artista la inserisce all'interno della rappresentazione in quanto maschera artefatta. Ciò lo possiamo vedere in maniera evidente nel famoso quadro dell'artista messicana Frida Kahlo: bambina con maschera della morte.




Frida Kahlo, artista nota per i suoi innumerevoli dipinti surrealisti , ritrae in questo quadro una bambina che con la sua innocenza regge un fiore tra le mani. La cosa che però risalta all'occhio dello spettatore è che questa fanciulla indossa una maschera, una maschera bianca che sembrerebbe somigliare ad un teschio . Il teschio è sotto il viso di un individuo, è un oggetto che rappresenta la morte, un oggetto “anonimo” perché non ha le espressività e la mimica propri di una persona, ma in questo caso viene messo sopra al volto e viene usato come una maschera. Ai piedi della bambina notiamo un'altra maschera che si allontana di gran lunga dalla prima per l'aspetto, è una maschera che inquieta lo spettatore. La maschera viene percepita qui come allegoria , come un simbolo che rappresenta qualcosa: la morte. Ma perché voler rappresentare la morte ponendo una maschera sul volto di una bambina? Probabilmente il significato di questa rappresentazione è un qualcosa che va oltre la mera apparenza c'è forse da parte dell'artista il bisogno di voler imprimere sulla tela un suo sentimento, molto probabilmente il dolore. Vediamo quindi come la maschera all'interno del ritratto non nasconde, ma in un certo senso svela, tramite un simbolo, quello che l'artista vuole comunicare.


 
 
 

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