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PAURA: uno sguardo introspettivo attraverso le opere di Edward Munch e Vincent Van Gogh

  • Katia
  • Sep 30, 2021
  • 3 min read

Updated: Dec 3, 2021



Paura dell'ignoto, paura della paura, paura degli aghi, paura di amare, paura di soffrire, paura di svenire, paura di svanire, paura di morire, paura dell'altezza, paura di non essere all'altezza, paura di urlare, paura di non saperlo fare.


La paura, per definizione, è una condizione in cui l'individuo si trova e che sente in prossimità di una situazione rischiosa che può essere reale o ipotetica.

Proprio perché la paura è una reazione della mente ad una circostanza di pericolo che può procurare sofferenza, tendiamo a scappare e ad evitare quella determinata situazione. Essa però è positiva quando è collegata ad un vero e proprio pericolo, quando esso è reale. Questa infatti ci “protegge” mettendoci in allarme; è proprio attraverso essa che affrontiamo una situazione di reale rischio con molta attenzione per paura di farci male e quindi in maniera prevenuta, ci tuteliamo da un pericolo che incombe e che è palpabile, esiste.

La paura inizia ad essere insana quando diventa immotivata, quando si attiva, ma non c'è intorno a noi nessuna minaccia effettiva per cui stare in allarme, la paura qui diventa ansia, panico, fobia.


La paura motivata e non, è un sentimento che appartiene a tutti noi, fa parte della nostra esistenza ed è una delle emozioni più forti che l'individuo possa provare e perciò è presente anche in molte e straordinarie opere d'arte.


Uno dei maggiori esponenti che inserisce questo tema, insieme all'angoscia ed al turbamento è Vincent Van Gogh; pittore olandese e maggior esponente del XX secolo, famoso per i suoi dipinti raffiguranti girasoli, campi di grano e paesaggi. Il quadro su cui mi voglio soffermare è: “campo di grano con volo di corvi”.



Ci troviamo in un campo di grano diverso, selvaggio, quasi disturbante. Ciò che vediamo non è un semplice campo visto così come appare agli occhi del pittore e poi trasposto su tela, ma è un'opera introspettiva, attraverso di essa ci affacciamo non su un campo di grano reale, ma sullo stato d'animo dell'artista.

Vediamo come emerge uno stato di paura, di smarrimento, dato dal volo dei corvi che non prendono una sola direzione ma sono sparsi, e dal sentiero che taglia il campo di grano in due, lo spezza; ma che non porta da nessuna parte, in nessun luogo.

Anche il cielo ci mostra un sentimento di turbamento.

Non siamo in un luogo che ci trasmette serenità, ma ci troviamo in una natura cattiva, malvagia che ci incute paura. Il colore anch'esso non corrisponde alla realtà: è materico, corposo con pennellate veloci, tese, tormentate quasi a sottolineare ancora di più lo stato d'animo dell'artista.


Non siamo in un campo di grano, ma siamo nel luogo dove appaiono in maniera nascosta, ma visibile le angosce più recondite dell'individuo;

tormento che troviamo anche nelle opere di Edward Munch, pittore norvegese di fine 800 inizi 900,conosciuto per le immagini crude, reali ed aspre.


Una delle opere su cui voglio soffermarmi è “L'ansia”.



In quest'opera straordinaria, i colori sono prevalentemente scuri e vi è un uso attivo del rosso. In primo piano troviamo i volti di tre persone. Questi visi appaiono cupi, tristi, quasi scavati dalla paura; questa lacera dall'interno e si manifesta con tutta la sua forza in uno dei quadri, a parer mio, più significativi di Munch.

Siamo di fronte a delle facce dagli occhi sbarrati e sono vicinissimi a noi, all'osservatore, ci chiedono aiuto ma li vediamo fermi cristallizzati, bloccati in quella situazione, non riescono ad uscirne.

In lontananza scorgiamo altre persone di cui non notiamo i volti, e da contrasto ai primi tre individui che sembrano immobilizzati, si contrappone un cielo di “sangue” che pare muoversi che richiama "l'urlo" e che sottolinea in maniera evidente l'angoscia, la confusione che la paura stessa provoca.

Anche se sono in mezzo ad una folla e vicini tra di loro questi tre individui sembrano soli, soli tra i propri drammi e con le loro paure. Drammi che Munch riprende in tutte le sue opere.


Paura di sbagliare, paura di non essere abbastanza, paura del passato, paura del futuro, paura di essere giudicati, paura di rischiare, paura di non farlo; la paura fa parte di noi è il modo in cui la affrontiamo che cambia le carte in tavola perché, avere paura, ci farà soprattutto avere coraggio.


“Un giorno la paura bussò alla porta. Il coraggio andò ad aprire e non trovò nessuno.” (Martin Luther King)

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